Domenica scorsa (4 marzo 2018), con clima che, dopo giorni di freddo e neve, dà un’impressione quasi primaverile, ci avviamo verso l’ingresso del Mostro Sacro, la Grande Bigonda.
Siamo un gruppo misto tra membri di Speleoclick, membri di gruppi speleo locali ed alcuni aggregati: Daniele Sighel, Renzo S., Marco P., le due signorine (non ricordo i nomi), Riccardo e Pietro Decarli. Per qualcuno è la prima volta e l’emozione è davvero palpitante. Quaranta km li possiamo solo immaginare e anche così è difficile crederci. Nella sede del Gruppo Grotte SAT Selva la solita ottima accoglienza. Assieme a noi si apprestano ad entrare alcuni amici veneziani, che poi prenderanno un’altra strada.
Saliamo allegramente fino all’8° tornante della strada per Barricata e poi giù per il sentierino fino all’imbocco. Qui sentiamo il soffio possente della grotta, davvero impressionante. Quasi di corsa arriviamo a Piazza Selva, ci infiliamo poi nella diaclasi e sbuchiamo nella magnifica Galleria del Drago. Qui Daniele dà sfoggio della sua creatività, oltre che della bravura come fotografo.
I due innamorati che si riparano dallo stillicidio con un ombrellino rosso sembrano usciti da un album di Peynet, ricordiamoci però che siamo in Bigonda! Ultime tappe del giro sono il Lago Scuro e poi una breve puntata al Lago Azzurro, per ammirare l’ingegnosità degli amici di Selva, maestri di sifonaggio. Il ritorno verso l’uscita è più lento, con Daniele e Marco che scattano diverse fotografie con largo uso di flash e volontari che si prestano volentieri.
Qualcuno con la barba grigio-bianca non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe indossato i panni (in questo caso umidicci e inzaccherati) del “modello”, anche questa è un’esperienza. Nella sede del GG Selva accettiamo molto volentieri un giro di birre dai gentili colleghi e poi di ritorno a casa. Il pensiero però torna di continuo a quel Mostro Sacro, immenso e affascinante, che per alcune ore ha avuto la gentilezza di accoglierci e mostrarci alcune sue parti.
Riccardo