Dopo una levataccia per partire abbastanza presto ci si trova per strada in modo da recuperare i vari membri disponibili a congelarsi per bene pur di portare a casa qualche scatto degno di nota.
Con il nostro potente mezzo da esplorazione 2WD raggiungiamo il rif. Graffer che gentilmente ci concede di parcheggiare nei pressi e dopo un caffettino cominciamo ad incamminarci alla volta della grotta del torrione di Vallesinella. Dopo varie peripezie e deviazioni, più o meno esplorative della zona, arriviamo ai piedi della parete d’ingresso. Tra le rocce scaldate dal sole cocente, mangiamo, ci vestiamo ed iniziamo a salire in parete (armando la ferrata iniziale in quanto qualche sasso errante ha danneggiato il cordino d’acciaio fisso per l’accesso all’ingresso).
In grotta alla fine entriamo verso le 13.00, un po’ tardi rispetto alle previsioni, così che poco dopo l’entrata a causa di impegni sia di tempo che di roccia, Renzo e Sebastiano sono costretti a tornare indietro. Daniele, Lorenza ed io proseguiamo con il tour fotografico tra stretti budelli, “cadaveri” in decomposizione ed acqua fresca (per la gioia di chi di noi era senza scorte idriche e la sofferenza di chi era senza sottotuta).
Nonostante il poco tempo, grazie alla preparazione dei fotografi e l’esperienza accumulata dal team, riusciamo comunque ad ottenere qualche scatto decente ed addirittura troviamo degli esemplari vivi di bestiamicroscopicabianca che verranno studiate da chi di dovere (biospeleologi).
Il rientro slitta di qualche ora, come ben sappiamo noi speleo-fotografi navigati, ma riusciamo ad evitare i temporali estivi che mi preoccupavano e che han costretto Renzo a rifugiarsi sotto una roccia mentre ci aspettava all’uscita. Prima delle 20.00 possiamo gustarci le meritate bevande (bramate per tutto il giorno) in rifugio riguardando gli scatti ma tristi per chi non ha potuto far parte della spedizione questa volta.
Nota: Portarsi due morsetti e 5m. di cordino in acciaio per sistemare ferrata avvicinamento ingresso